Sul Ponte sventola…ai 5 stelle

di Carlo Galli | 17 Maggio 2021

Sul Ponte sventola bandiera bianca: Giancarlo Cancelleri ammaina il vessillo pentastellato che egli stesso, a capo del M5S in Sicilia, negli anni scorsi, aveva agitato per mobilitare i suoi alla guerra contro la grande infrastruttura e prova a riciclarsi tra i sostenitori dell’opera. Sì, sventola: una sventola che Cancelleri ha dato a se stesso e a tutto il Movimento.
Sarebbe incredibile, se l’eterogeneo e fantasioso mondo grillino non ci avesse ormai abituati, non soltanto in Sicilia, a giravolte e cambi repentini di marcia impensabili: per i tanti delusi grillini, che oggi sperano in Di Battista, sarebbe un esempio della vera pasta di cui sono fatti gli attuali leader del M5S.
Contro il ponte sullo Stretto di Messina il movimento che fu di Beppe Grillo aveva imbastito un’intera campagna elettorale regionale. E il 5 febbraio 2018 su Il Blog delle Stelle è pubblicato un post che recita: “Sicilia nel medioevo con il centrodestra al governo: razionata l’acqua a Palermo”. L’incipit di Giancarlo Cancelleri per contestare la grande opera.
“Ieri ho sentito Berlusconi dire che la priorità della Sicilia è il ponte sullo stretto (sic). Sì sì, eravamo convinti di esserci sbarazzati (del ponte e di Berlusconi) e invece, puntuale a ogni elezione, eccolo ritornare (il ponte e Berlusconi). Ci sarebbe solamente da sorridere se non fosse che a fare eco a Berlusconi si sono prontamente prodigati Musumeci e i suoi assessori; gli stessi che dopo 100 giorni di governo non hanno ancora combinato un bel niente per la Sicilia” – vergava on line Cancelleri sul tuo quadernetto a righe virtuale.
Ma un paio di giorni fa arriva l’autosmentita della tesi, cioè la smentita di sé stesso da parte dell’attuale sottosegretario alle Infrastrutture: “Ci vorranno dieci anni per farlo – ha spiegato Cancelleri nel corso di una intervista alla Stampa -. Sarà a tre campate, ci passerà la ferrovia e verrà pagato dallo Stato. Segnerà la ripartenza dell’Italia”. E ancora l’ex pasdaran “no-Ponte” ha proseguito: “L’attraversamento stabile dello Stretto coniuga una serie di fattori molto importanti. Il primo è quello nazionale: l’Italia, da centro geografico del Mediterraneo, si trasforma in centro commerciale, diventando una piattaforma logistica di collegamento con il mercato nordeuropeo e con il continente africano. Oggi le navi dirette verso Suez passano dal canale di Sicilia, ci salutano e proseguono per altri lidi perché non abbiamo infrastrutture da offrire. E poi non dimentichiamo il trasporto dei cittadini: il ponte finalmente garantirebbe la continuità territoriale. Per dirla con una battuta: l’alta velocità da Milano a Palermo conviene tanto a Milano quanto a Palermo”.
“Solo i paracarri non cambiano idea” – sosteneva l’esponente di Alleanza democratica Willer Bordon recentemente scomparso, quindi nessuno scandalo se Cancelleri ha mutato posizione politica sul Ponte. Non la pensano così però i suoi compagni del movimento Cinquestelle, che appresa la notizia con i paracarri avrebbero voluto percuoterlo. Davide Casaleggio sul Blog delle Stelle ha subito ricordato ai grillini un post del 28 settembre 2016 firmato da Beppe Grillo in cui il Ponte era definito una “boiata” e “il trionfo del nulla politico. Il gruppo parlamentare all’Ars guidato da Giovanni Di Caro ha segato l’idea e il capogruppo, alla fine, ha sentenziato: “Lanciamo un referendum sul Ponte”. Una pezza più evidente del buco. Ora sono in tanti a ironizzare sul dietro-front. Il Movimento non ha più un modello di sviluppo infrastrutturale da proporre: non è per caso, la traversata a nuoto dello Stretto che impegnò Beppe Grillo nove anni fa?

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