La Sicilia e l’Afghanistan. “Io Marco, figlio di eroe, vi dico…”
di Redazione | 17 Agosto 2021Ha colpito molto e tutti ciò che ha scritto sui social il dott. Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere dei Carabinieri, Domenico, uno dei caduti di Nassirya, in Irak. Un eroe siciliano dei tempi nostri, che gli eroi dimenticano presto. E a cui il pensiero corre veloce dinanzi alle scene drammatiche dell’aeroporto di Kabul e alla fuga ignominiosa degli Usa di Biden dalle proprie responsabilità. Intravaia è presidente del Consiglio comunale di Monreale e segretario particolare del presidente Musumeci.
“Leggere le notizie che arrivano dall’Afghanistan dà la sensazione che le lancette dell’orologio siano state riportate indietro di 20 anni, che oltre 53 vite di nostri connazionali siano state sprecate, insieme ad un’ingente quantità di denaro”. “Da figlio di un uomo che ha perso la vita in uno scenario di guerra – continua – l’unica consolazione che mi ha accompagnato in questi anni è stata la consapevolezza che la vita di mio padre non sia stata sprecata, ma abbia contribuito, nel servire la Patria, a migliorare la vita di popoli più sfortunati e a veicolare messaggi di democrazia e civiltà. I figli, le mogli e i padri degli uomini morti in Afghanistan – secondo Intravaia- staranno vivendo la terribile sensazione che i loro cari siano stati strappati alla vita per niente, adesso che i Talebani riprendono il controllo dell’Afghanistan con tutto il carico di estremismo, di oscurantismo e di violenza di cui sono capaci. Esprimo tutta la mia solidarietà a queste famiglie e condivido il loro dolore. Continuo a credere nell’impegno internazionale del nostro Paese e mi appello al presidente Draghi affinché faccia valere la sua credibilità in seno alla comunità internazionale e questa compia ogni sforzo per difendere le difficili conquiste di civiltà ed emancipazione fatte in quel territorio, anche grazie all’alto tributo di sangue pagato dai militari italiani. Non possiamo consentire al terrorismo di vincere, conclude Intravaia.
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