Musumeci, Pogliese, Meloni

Nello bis. Le paturnie di un dibattito e il governatore che tira dritto.

di Carlo Galli | 24 Giugno 2021

Diciamo la verità, questo dibattito quotidianamente sparato sulla stampa circa la ricandidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione è diventato davvero stucchevole. Non manca giorno che uno o più quotidiani, soprattutto on line, non si periti di sgranare il rosario di vere o presunte dichiarazioni, indiscrezioni, umori e malumori di questo o di quel personaggio politico circa il “Nello bis”.
Si dirà: “Certo, ma è chiaro ed evidente che ad oggi nessun leader dei partiti che costituiscono la maggioranza di centrodestra si è espresso a favore della ricandidatura del governatore uscente”. Obiezione accolta alla quale si può replicare con un analogamente incontestabile dato: il centrodestra è impegnato in un dibattito infinito e dalle conseguenze non scontate sulle candidature in due città non proprio secondarie nelle quali si vota non nell’autunno del 2022, ma ad ottobre prossimo, Milano e Napoli. Per motivi diversi Berlusconi, Meloni e Salvini (in rigoroso ordine alfabetico) hanno argomenti che non facilitano una sintesi sulle figure da scegliere per concorrere alla carica di primo cittadino. In più occorre riflettere sulla veloce evoluzione del quadro politico che vede il centrodestra in profonda trasformazione. Lo è da quando, terminate le elezioni del 2018, un partito cardine della coalizione come la Lega decide improvvisamente di dare vita al governo giallo-verde Conte 1 con Forza Italia e Fratelli d’Italia all’opposizione. Archiviata quell’esperienza e ritornati tutti e tre movimenti all’opposizione si è aperto un altro dibattito, quello innescato da Berlusconi sulla possibilità di dare vita ad un governo istituzionale. Sappiamo come è andata a finire: il Conte 2 è finito in soffitta e gli Azzurri insieme al Carroccio sono entrati nella maggioranza a sostegno di Draghi, mentre Giorgia Meloni ha scelto la traversata in solitaria all’opposizione. E nel frattempo i rapporti tra i tre principali leader del centrodestra hanno vissuto e tutt’ora vivono alti e bassi. All’orizzonte l’ipotesi di un “predellino 2” lanciata dall’ex Cavaliera di con una federazione tra Lega e Forza Italia che lascerebbe fuori i Fratelli d’Italia. Un assetto nuovo dalle conseguenze imprevedibili che titilla le fantasie di chi vorrebbe spacchettare il centrodestra per fare altro. Un esempio? La tesi portata avanti dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha vagheggiato una nuova coalizione “modello Draghi” anche per altre tornate elettorali, soprattutto in Sicilia. Che si tratti di “voce dal sen fuggita” o una suggestione occasionale non è dato saperlo, ma certamente il tema divide più che unire i partner dell’alleanza. Allora, tornando all’argomento iniziale, qual è la notizia se Giorgia Meloni, intervistata a margine della presentazione del suo libro a Catania sulla ricandidatura di Musumeci risponde: “È presto per parlarne?”. Premesso che ha argomentato esprimendo un giudizio positivo sull’operato del governo, cos’altro avrebbe potuto dire? Eppure le paturnie di questo o quell’esponente, che sia forzista, leghista o meloniano riempono pagine di giornali e post sui social. Si, perché allargando il discorso alla comunicazione, è anch’essa parte del fenomeno. I quotidiani on line e i social network vivono di click, e per questo bisogna andare ben oltre la comunicazione “just in time” con un gioco all’eterno rilancio: ecco quindi la maldicenza elevata al rango di notizia o l’indiscrezione rivelata quale verità assoluta. Un sopracciglio alzato, un saluto freddo, una risata, un ghigno o un atteggiamento ombroso diventano un proclama politico, una svolta, una bocciatura o un “disco verde”. A questo si aggiunge la verve di veri artisti della penna bravissimi ad appagare il proprio narcisismo modellando per i lettori articoli di retroscena basati su una semplice battuta di spirito o su di un’immagine suggestiva seppur efficace.
Insomma, proviamo a dare il giusto peso alle cose, ma soprattutto ad attendere i tempi della politica che non sono sempre quelli che auspichiamo. Il governo Musumeci ha lavorato in questi anni duramente per riparare i guasti della catastrofica esperienza Crocetta, ha superato la fase più buia della crisi pandemica e sta provando a programmare il futuro. Lui, “Nello on the road”, ha ripreso a percorrere in lungo e largo la Sicilia incontrando amministratori locali, categorie produttive e semplici cittadini. Il governatore tira dritto e snobba pettegolezzi e dicerìe.

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