hub vaccinale

La mia destra alla vaccinara. Immaginaria. E tanto siceliota.

di Carmelo Briguglio | 26 Luglio 2021

E niente. Fossi stato più giovane, avrei fondato la Destra alla Vaccinara, visto che le destre amiche vicine e lontane, quelle che votai – e forse rivoterò – e quelle che mai votai e non voterò, ci sentono poco; ma non dispero, per quanto oggi distanti da me, strette nel nuovo bipolarismo tra novax e yesvax. La mia Destra alla Vaccinara avrebbe come sua “capitale” non Roma, come vi piacerebbe. Alla capitale lasciamo la Coda. Troppo casino si fa lì. E si sono imbastardite le idee. Pure i linguaggi. E poi, per ora sono tutti all’arma bianca. Per la sua conquista. A me, pensano. La collocherei invece a Palermo. O, se preferite, a Catania. O, magari, a Siracusa. O, infine, a Taormina. Per attingere a remote scintille. Di genio siceliota. E di ragione. Anche di non-ragione, ma in altro senso. O di Bellezza. Che è sempre una via. Tragitto antico per noi nani – nani nani, vorrei dire – sulle spalle di giganti. Antichi. Da là sopra vediamo meglio, più avanti. Guardando pure all’indietro. Di secoli. Salite pure voi, se volete. Ah, gli Antenati. Bastano, quelli più vicini. Ti mostrano l’Autorità, stupiti dei loro discendenti: macché Libertà! Quella sta Altrove. Sulla Rive Gauche. Che ci fa qui sulla Droit? Che cavolo reclamano Libertà. Ora, giusto ora, proprio. Mentre si guerreggia. Con la Vis del Virus. Libertà? Smemorati: quando ne facemmo un partito, mal ce ne incolse. Si sfracellò. Contro se stesso. Ehi, avete riletto Rensi? Giuseppe, certo. E con la “s”. Il filosofo, non il ragazzo di Rignano. Sì lui, il pensatore dell’Autorità. Quello che oggi ci dice all’orecchio di “una di quelle disposizioni che vanno obbiettivamente definite come «diritto», quando la forza lo vuole riguardo a tutti senza fare eccezioni, né dichiarate né mascherate; è arbitrio e violenza bruta…quando lo vuole solo rispetto ad alcuni”. Lui nordico, che pubblicò il suo “Autorità e Libertà” qui a Palermo, da Sandron. E insegnò qua, a Messina. Sì, sono passati cent’anni. Ma avrà lasciato discepoli di discepoli. Che studiano. E qualche spisidda di intelletto in giro. Dico, ci sta almeno un ripasso di Schmitt sui suoi scritti di emergenza e d’eccezione? Neppure quel suo assolutorio non “si può descrivere dal punto di vista del contenuto che cosa possa accadere quando realmente si tratta del caso estremo di emergenza e del suo superamento. Tanto il presupposto quanto il contenuto della competenza sono qui necessariamente illimitati”? Loro due – tanti altri, s’intende – li collocherei nel pantheon culturale del mio partito fantastico. Che Libertà? Autorità. Che poi è parente stretta di Sovranità. Forse figlia. Legittima. Ragazzi miei, io non fondatore del Vax Party, per raggiunti limiti di età, vi lascio qui l’ideuzza; gli appunti del manifesto del partito mai nato. Fate vobis. Ma almeno “vaccinate e fate vaccinare”, con la passione dei calzoni corti di quel dimenticato “votate e fate votare”. Fiamma, ma pure Scudo Crociato, Falce e Martello, Sole e Garofano, Stella e Corona o Edera et cetera. E loro eredi contemporanei. Col megafono (minuscolo, l’altro è morto e sepolto). Tutti. Ora “votate” Vax. Fate votare. Hic et nunc. Nell’Isola: vaccinate. In nome dell’Autorità. Va bene, va bene: pure della libertà. Quella degli altri. Di tutti, cioè. Della vita.

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