Nello Musumeci

Caro governatore…

di Carmelo Briguglio | 18 Gennaio 2022

C’è un tempo per parlare e uno (o più, di questi tempi) per tacere. Un quid però va detto. A freddo, dopo l’alta temperatura impressa dal voto per la scelta da parte dell’Ars dei tre grandi elettori per l’elezione del Capo dello Stato. Semplice, semplice. Due Palazzi, due icone, due uomini: sono in chiaro. Tutto lo è. Un luogo – un tempo di emiri e re – che è immerso non tanto nella “politique politicienne” – quella è normale – ma è precipitato nella logica del segreto pugnaletto: l’ombra, la trama, l’intrigo, il cappuccio. E un pugno di congiurati, dominati da rancori personali, più che politici. Ormai lo scenario è scoperto. Verrà un tempo in cui cambierà. Sarà cambiato. E un altro Palazzo da dove un governatore – talvolta incompreso – si ostina a parlare fuori: alla gente, a gridare visioni e sogni; a mostrare il granaio di opere e bellezze create; di fatiche e sudori che ci sono voluti. Ad additare il giusto cammino, lontano da quello di alcuni banditi di passo. “Nello” e l’altro. Alcuni “altri”: per fortuna non tutti. Ira e sentimento, passione e orgoglio. Giusto. Certo. Ma sia sempre accompagnato da ragione e intima forza. E dal sapere stringere i denti, di fronte al massimo livore. Si agitano. Lasciali sbracciare. Perchè la gente vede; giudica e capisce. Anche le ragioni di tanto rancore. E perché, caro governatore:“Non si odia finché la nostra stima è ancora poca, ma soltanto allorché si stima qualcuno come uguale o superiore”. Superiore: così insegna il Filosofo col Martello. Sorridi; avanti.

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