Musumeci e Aricò

Aricò: ”Onorato guidare gruppo, DB cresce e si evolve. Io sindaco? Più importante alleanza delle idee. Limitare voto segreto. Presidente Musumeci ha grande consenso.”

di Redazione | 3 Agosto 2021

Aricò all'ArsD. Onorevole Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars, l’Assemblea è accusata da taluni di scarsa produttività: dopo quattro anni di mandato, è soddisfatto del fatturato dell’Ars?

R. «Complessivamente sì e lo dico con la stessa onestà intellettuale che oltre due anni fa, invece, mi spinse a lanciare un appello a tutta l’Ars affinché fossero votati prima possibile gli allora otto disegni di legge governativi bloccati da mesi. Da allora la situazione è certamente migliorata, come dimostrano inequivocabilmente le riforme approvate, alcune delle quali erano attese da anni. Considero importante l’approvazione della legge per l’accelerazione dei procedimenti amministrativi e la realizzazione di interventi infrastrutturali urgenti, così come quelle sulla Semplificazione amministrativa, sulla Pesca e sul Diritto alla studio, tutti settori fondamentali e nevralgici per la crescita della nostra regione che beneficia ora pure della legge sull’Urbanistica. Inoltre siamo soddisfatti poiché è in calo il tasso di impugnazione delle leggi votate dall’Ars, come ha illustrato alcuni giorni fa il presidente Gianfranco Micciché. Resta un grande rammarico, invece, per lo stop che il ddl rifiuti ha avuto a novembre del 2019 a causa dal ricorso al voto segreto. Riteniamo, infatti, che su temi come le riforme e la Finanziaria ogni parlamentare dovrebbe assumersi le proprie responsabilità alla luce del sole».

D. E del vostro fatturato che può dirci? Avete una grande responsabilità, lei guida il gruppo a cui è iscritto il presidente Musumeci. Può dirci due leggi significative a cui avete contribuito e due che invece avreste voluto e non ancora varate?

R. «Siamo anzitutto orgogliosi della nostra unità di intenti. L’onere di rappresentare il movimento politico del presidente della Regione è per noi anche un onore. Abbiamo contribuito in maniera decisiva nelle varie Finanziarie, ad esempio nell’ultima è stato pressocchè azzerato il precariato alla Regione e sono previsto centinaia di nuove assunzioni, almeno 250 milioni di euro alle categorie produttive e alle famiglie colpite dall’emergenza Coronavirus e un migliore accesso alle cure. Significative le norme, proposte da DiventeràBellissima, che prevedono impianti di videosorveglianza in case di riposo e asili nido e il potenziamento della Commissione Via Vas. Due leggi che avremmo voluto? Continueremo a batterci per l’approvazione di quella sui rifiuti, così come verificheremo la possibilità di riproporre il ddl sulle “Norme in materia di aree sciabili e di sviluppo montano” approvato dall’Ars alcune settimane fa e ora impugnato dal Consiglio dei Ministri. Inoltre continua ad essere un nostro obiettivo la modifica al regolamento interno della Ars sul voto segreto, in modo da recepire il regolamento vigente al Parlamento nazionale, dove vi si fa ricorso solo nei casi riguardanti le persone e, solo su richiesta, in quelli che incidono sui principi e sui diritti di libertà, sui diritti della famiglia e sui diritti della persona. Anche all’Assemblea regionale siciliana il ricorso al voto segreto in aula dovrebbe essere limitato a pochi casi ben definiti».

D. Come sono stati i rapporti con gli alleati in questi quattro anni, come sono oggi? Ogni tanto si notano increspature e scossoni…

R. «La dialettica è il sale della democrazia, altrimenti si parlerebbe di dittatura. È fisiologico che anche all’interno di una coalizione possano esserci dissapori, malintesi e incidenti di percorso, tuttavia un dato di fatto è innegabile: i partiti che hanno voluto la candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione sono ancora al suo fianco e la continuità amministrativa è garantita anche da un numero molto basso di avvicendamenti tra gli assessori, uno dei quali è stato purtroppo causato dalla scomparsa dell’indimenticabile Sebastiano Tusa. Come non ricordare, invece, il record negativo della giunta Crocetta, dove gli assessori erano sostituiti in continuazione o si dimettevano tra le polemiche? L’attuale legge elettorale non garantisce una maggioranza numericamente tale da poter essere al riparo da singole defezioni e per questo ci sono stati alcuni incidenti di percorso in aula. Tuttavia nel complesso la coalizione di governo ha tenuto bene e negli ultimi mesi ha ricevuto un importante e nuovo apporto anche da Attiva Sicilia».

D. Per settembre è stato annunciato il vostro congresso. Lei è favorevole a una prosecuzione di DB com’è adesso o a una sua evoluzione?

R. «Il nostro movimento è stato ideato nel 2014 e fin dall’inizio siamo sempre stati convinti che il problema della rappresentanza democratica in Italia non sia né la politica né i partiti, bensì la cattiva politica abbinata a una classe dirigente non sempre rappresentativa dei territori. Per questo abbiamo dato vita a DiventeràBellissima. Riteniamo quindi che non si debba perdere il contatto diretto con gli elettori e i fatti ci stanno dando ragione: il nostro movimento è sempre più radicato, con numerosi circoli, amministratori locali e un gruppo parlamentare, che ho l’onore di presiedere, molto attivo. Al tempo della nascita di DiventeràBellissima il centrodestra aveva pagato con pesanti sconfitte elettorali le divisioni al proprio interno. Noi siamo stati i tessitori di una ritrovata coesione, grazie alla quale la nostra coalizione- da sempre maggioranza in Sicilia- è ritornata alla guida della Regione, finalmente con un presidente, Nello Musumeci, all’altezza del compito. Siamo in forte crescita, certamente stiamo andando incontro a un’evoluzione del nostro movimento le cui modalità saranno decise in maniera collegiale durante il congresso di settembre».

Palazzo delle AquileD. Si fa anche il suo nome come candidato sindaco del centrodestra per il dopo-Orlando. Intende candidarsi?

R. «Sono nato e cresciuto a Palermo, mentirei se dicessi di non essere lunsigato da queste voci che mi accreditato tra i potenziali candidati a sindaco. Tuttavia non sempre le fughe in avanti sono opportune, pertanto in tutta sincerità dico che prima di tutto dobbiamo dare vita a una coalizione “programmatica”, un’alleanza delle idee, aperta, con scelte condivise sul futuro di Palermo che dovrà risollevarsi dal disastro dell’attuale sindacatura di Orlando. Di una cosa, tuttavia, sono convinto: il nostro candidato sindaco dovrà essere capace di ben rapportarsi sia con il centro città che con le periferie. Al centro del programma dovrebbero esserci l’istituzione di un Ufficio speciale per attrarre grandi investimenti, la privatizzazione del servizio di raccolta rifiuti purché con il mantenendo dei livelli occupazionali, la piena fruizione del parco della Favorita e del litorale di Romagnolo, la riduzione della Ztl, l’aumento dei parcheggi e più in generale un nuovo sistema di mobilità urbana».

D. La scalata di Musumeci da ultimo posto al settimo nella graduatoria annuale dei governatori ha dato fiato ulteriore alla vostra scommessa di rivederlo ancora a Palazzo d’Orleans: secondo lei perché i siciliani dovrebbero dare ancora fiducia al governatore in carica?

R: «Ce lo chiedono sempre di più i siciliani, come dimostra l’indice di gradimento di Musumeci ora ampiamente superiore al risultato elettorale ottenuto nel 2017. L’attuale consenso, quindi, proviene anche da una parte dell’elettorato non di centrodestra. C’è il tempo della semina e quello del raccolto ed in questo caso è fondamentale una continuità amministrativa poiché il governo regionale sta molto bene operando, nonostante- mai dimenticarlo- una pandemia globale. È stato raggiunto il più alto target di spesa dei fondi comunitari, sono stati avviati centinaia di cantieri per le infrastrutture, la nuova rete ospedaliera è finalmente realtà e si stanno ottenendo ottimi risultati nel risanamento dei conti della Regione».

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