Crocetta, Barbagallo e Lupo

Le ambizioni di Barbagallo e l’ombra lunga di Crocetta

di Carlo Giulio Grimbè | 15 Giugno 2021

Furono tanti. A conti fatti più di cinquanta. Parliamo degli assessori regionali nel quinquennio 2012-2017. Spesso, nell’assegnare la maglia nera a Crocetta, si dimenticano i protagonisti di quella stagione buia, che sedevano in giunta con lui. Alcuni non fanno più politica o sono tornati alle occupazioni originarie; altri la fanno, ma senza ruoli significativi; altri ancora si sono rifatti una vita nell’alta dirigenza regionale da cui provenivano: un eccesso di magnanimità di Musumeci, dicono i suoi. Sono rimasti in pochi a fare politica attiva. Tutti nel Partito democratico. In particolare tre: Antonello Cracolici, per due anni assessore all’Agricoltura; Baldo Gucciardi, alla Salute per lo stesso periodo. E Anthony Barbagallo che in giunta con Crocetta ebbe la delega al Turismo. I primi due non mostrano grandi aspirazioni. Cracolici è deputato regionale di lungo corso, alla quinta legislatura. Gli piacerebbe farsi un altro giro in Ars o concludere tra Palazzo Madama e Montecitorio: ipotesi non facile dopo il taglio del numero dei parlamentari. Gucciardi, che ha superato quota 60, è schiacciato dal passato della sanità crocettiana. Tornare in parlamento regionale è la sua meta e ha i numeri per riuscirvi. Ma, essendo uomo di territorio, può sperare in un collegio alle politiche. Si vedrà, tanto saranno dopo le regionali. Anthony Barbagallo, è l’ambizioso del terzetto. Più giovane degli altri due e forte del ruolo di segretario dei dem isolani, è divorato da un solo daimon: prendere il posto di Musumeci a Palazzo d’Orleans. Hai detto niente. Ma quello è il suo obiettivo. È già al lavoro per fare fuori tutti i concorrenti dentro e fuori del Pd. Ogni giorno tesse la tela della sua candidatura. Dopo aver fatto il selfie in “drive in” con Cancelleri, tutti lo hanno compreso. Ma ha un problema insuperabile da superare: è stato un protagonista dell’era crocettiana. Convinto, dinamico, affiatato col suo presidente. Come farebbe a proporsi, con questa zavorra addosso? Come potrebbe presentarsi in alternativa a una figura – obiettivamente di altro spessore – come Musumeci. “Ci massacrerebbero, c’è una lunghissima photo gallery dei due sul web: sarebbe uno scherzo per la comunicazione di Musumeci, accomunare Anthony a Crocetta e basterebbe questo per metterlo out; no, non è lui la persona giusta”, dicono negli ambienti dem che auspicano la discesa in campo dell’ex ministro Giuseppe Provenzano. In effetti, l’attuale vice di Letta è estraneo alla disastrosa gestione dell’ex governatore oggi in volontario esilio in Tunisia e questo ne fa un candidato con maggiori “chances” rispetto a Barbagallo. Il quale, in realtà, ha un problema politico, non solo personale, che via via crescerà man mano che la competizione entrerà nel vivo: difendere o prendere le distanze dalla stagione di Crocetta? Il candidato presidente della coalizione di centrosinistra, che includerà il M5S, cosa dovrà rispondere agli inevitabili attacchi che arriveranno dagli avversari sul tema? Un nodo difficile da sciogliere. E se l’anti-Musumeci dovesse essere proprio Barbagallo, rischierebbe rivelarsi un nodo scorsoio al collo non solo del candidato, ma anche dell’alleanza che sfiderà il pimpante presidente della Regione il quale è già in piena campagna elettorale.

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