Meloni-Musumeci: il governatore è a Itaca. E ora ragionare con chi non ragiona.

Per accontentare increduli volontari e scettici, è arrivato il secondo comunicato: il primo non gli bastava. Ora si sono arresi all’evidenza: Giorgia Meloni ricandida Musumeci. E benedice il suo fatturato. Il governatore è approdato a Itaca. Noi lo sappiamo da tempo che così sarebbe stato. Così è. È un’alleanza tra due mondi. Ma anche tra due capi, di pasta simile, perché sono impastati della stessa cultura politica. E della regola antica, incomprensibile nella contemporaneità, della lealtà. E di che “materiali” sia fatta la leader della destra italiana, lo hanno visto tutti nei giorni scorsi, nel farsesco romanzo Quirinale; alcune leadership si sono smarrite, qualcuna anche sbriciolata nell’urto con gli eventi e i tornanti: in politica, pesano la capacità di avere visione, oltre selfie e confusa comunicazione a mitraglia; di governare ciò che accade, con lucidità ed energia. E coerenza. Giorgia lo ha dimostrato ancora una volta, uscendo unica vittoriosa dal perdente e forse perduto – per ora – centrodestra. Il futuro è suo. Nell’Isola, il Palazzo “quello”, avrà capito? L’agitatore agìto dal demone che lo alberga, si acqueterà, dopo i suoi fallimentari giri romani? In fine, riacciufferanno, lui e altri, un filo di equilibrio e dignità che da mesi hanno smarrito del tutto ? Intanto ai seminatori di dubbi, su commissione, si è bloccata la tastiera. E “contras” permanenti, odiatori di professione, possono risparmiarsi cene e calorìe. La dieta gli farà bene. Musumeci non è “solo”: quanti finora non hanno voluto ragionare, ne prendano atto, tornino alla ragion politica. A fare politica, con gli strumenti del discorso pubblico, non col mestolare i propri rancori. Vanno aspettati. Al tavolo della politica. Alta. Occorre tornare a parlargli. A parlarsi. Guardandoli in faccia. Senza i loro cappucci. Desecretati. Con fatica e pazienza. Nonostante loro; nonostante tutto.