Meloni e Musumeci

Musumeci, Salvini e la scelta-Meloni. Con gli autonomisti out?

di Carmelo Briguglio | 10 Agosto 2021

Il collega Rino Piscitello che dirige l’ottima “Nazione Siciliana”, scrive che Musumeci è di fronte a una scelta difficile: tra Ulisse che ritorna a Itaca – come gli consiglia il sottoscritto – e un Enea ancora alla cerca di compagni di viaggio, che gli suggerisce lui. Sono contento di avere aperto una discussione. Comunque vada. Smuove idee e posizioni. Anche qualche malinteso o incomprensione, ma ci sta. Lasciamo perdere cosa sia passato e futuro tra le due tesi. Non so che deciderà il governatore. Magari né l’una, né l’altra. Facendo di testa sua: anche se non immagino cosa. Peraltro, è ciò che spesso accade, come sanno consiglieri politici e non. Così, confermo e preciso la mia opinione: la federazione con un partito nazionale rischia essere un’idea non più attuale. È leggera. E, invece, l’operazione di Sammartino che si prende la Lega nell’Isola, è pesante. Molto. Io ne vedo nitidi i contorni. E gli antefatti. E così la sfida perentoria di Salvini: “Sia la Sicilia la prima grande regione del Sud ad avere un candidato governatore della Lega”. Musumeci non lo è e lui lo ha derubricato a “buon governatore”. Pro-tempore, vuole dire. Nello, leghista non è mai stato; non ha mai pensato di diventarlo. E Matteo vuole “conquistare” la nostra regione. Con una persona sua. Che, se ben capisco, non è il povero Minardo. E nessun altro o altra, della levatura di Musumeci, in grado di vincere: non lo ha. Ma questo per ora è un dettaglio. Il più è chiaro. E serve a poco fingere di essere contenti come fa, sul filo di una incompresa ironia, l’on. Savarino, deputata operosa e intelligente, che stimo molto. La reazione del mondo che crede in questo presidente della Regione – il quale si è conquistato sul campo la ricandidatura – non può che essere adeguata. Il ritorno a Itaca – terra “imperfetta” quanto si vuole, ma dove vige la legge dell’onore alla parola data – lo è: Giorgia Meloni è una scelta. Sicura, sul piano della reciproca fiducia, se si arrivasse a concluderla. La migliore per Fdi e Db; la quale ha in mano la golden share nel centrodestra e deciderebbe in Sicilia il primato tra Meloni e Salvini. In favore di Giorgia. Un’opzione collettiva, non una scorciatoia opportunista per singoli, che intendono sistemare se stessi. Io la penso così: per me è la strada principale, da percorrere. O, almeno, da provare. Con impegno. La solitudine politica, no. Ieri, sì, oggi non più. Non so se lo è ancora per gli “autonomisti”. Che il patto con la Lega, lo hanno sottoscritto. E ciò dopo un’intesa proprio con Fdi, poi andata in fumo alla vigilia delle Europee. Nell’ottica di Salvini, l’operazione Sammartino li rende irrilevanti; per nulla strategici. Fuori dal gioco. Da quel gioco. Vedremo che farà l’Mpa di Lombardo e Di Mauro. Ma questa non può essere la via maestra di Musumeci. E non possono esserlo profferte ulteriori di associazione. Ancora? Con chi altri? Dopo che la lealtà è stata sacrificata. Bruciata su altari lontani. Extra moenia. A dèi stranieri. A cui neppure il capo della Lega può o vuole dire di no.
Ps: c’è qualche mio ex collega, politico sempreverde, che manda in giro il link del mio precedente pezzo, accompagnandolo con sue annotazioni: lo ringrazio di cuore, ma se volesse fare uscire i suoi “marginalia” dalla messaggeria segreta, qui li ospiteremmo volentieri.

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